Info soci > L’IMPORTANZA DI FARE UN BEL RESPIRO

In un precedente approfondimento abbiamo parlato del respiro ed in particolare del muscolo diaframma, che è il principale muscolo della respirazione (puoi leggerlo cliccando QUI).

Ora spieghiamo meglio perché il diaframma può bloccarsi e quali sono le cause e, soprattutto, impariamo a migliorare il respiro!

Prima di parlare del respiro è necessario chiarire chi controlla il respiro: il sistema tonico posturale.
Il nostro corpo è guidato dal sistema tonico posturale che si è sviluppato insieme all’uomo ed ha superato migliaia di anni di “battaglie” per la sopravvivenza.
Sono meccanismi inconsci, antichi e potenti, impossibili da modificare.
Il sistema tonico posturale è un insieme di strutture che risiedono nel sistema nervoso centrale e periferico.
È progettato per reagire agli stimoli, trovare soluzioni e adattarsi fino a quando gli è possibile e riceve segnali da tutto il corpo tramite i recettori.

I recettori sono le sentinelle del sistema tonico posturale ed il cervello è il “re” che comanda ma che deve anche essere protetto.
I recettori sono i piedi, la cute, l’occhio, la bocca, l’orecchio, l’intestino e i muscoli.

Il respiro si attiva alla nascita, il primo atto respiratorio per tutti i neonati è una inspirazione, l’aria per la prima volta entra nei polmoni e li gonfia, poi avviene l’espirazione.
Quindi per il nostro sistema tonico posturale inspirare significa vivere. Ed è un imperativo scolpito nel nostro inconscio dal primo giorno di vita!

Invece l’ultimo atto respiratorio quando si muore è una espirazione, l’aria esce dal corpo che poi smette di funzionare e quindi non riesce più ad inspirare.
Per cui per il nostro sistema tonico espirare significa morire.

Quindi l’inspirazione (far entrare l’aria nei polmoni) è memorizzato come un atto positivo, mentre l’espirazione (far uscire l’aria dai polmoni) è memorizzata negativamente.

Per questo motivo ogni volta che siamo preoccupati, in preda all’ansia, spaventati o che viviamo un dispiacere, inspiriamo e tendiamo a trattenere il respiro.
È un meccanismo di difesa antichissimo, automatico e valido per tutti, compresi gli animali, come ad esempio il gatto, che, se spaventato, salta, gonfia il pelo e inspira trattenendo il fiato per essere pronto a difendersi o scappare.

Anche noi, come il nostro amico gatto, in molte situazioni tendiamo a bloccare il respiro e ciò implica un mal funzionamento temporaneo della respirazione.

Abbiamo visto nel precedente approfondimento che respiriamo ventimila volte al giorno e che il diaframma è collegato direttamente al benessere di tutto il nostro corpo ed i nostri organi interni, per cui senza sbloccare il diaframma e senza una respirazione corretta non potremmo far tornare in equilibrio la nostra postura ed il nostro corpo.

Se la respirazione è molto compromessa, può causare seri problemi: ma è possibile fare autonomamente il primo passo per iniziare a riportarlo in equilibrio con un esercizio molto semplice.
Questo esercizio può aiutarti se provi dolore o se fai fatica ad addormentarti.

1 - Sdraiati a terra o sul letto (se il materasso non è troppo molle) a pancia in su.
2 - Se senti che la testa è indietro rispetto al busto metti un cuscino o un asciugamano sotto la nuca.
3 - Mantieni le gambe tese e rilassate (se così senti fastidio alla zona lombare puoi tenerle piegate).
4 - Appoggia una mano sul petto e una sulla pancia, ora respira tenendo fermo il petto e gonfiando solo la pancia, quando butti fuori l’aria fallo dalla bocca aprendola il massimo che riesci.
5 - Esegui per 5 minuti concentrandoti sul sentire l’aria che entra dal naso e arriva nella pancia, quando butti fuori l’aria falla uscire lentamente senza forzarla e intanto pensa di rilassare tutti i muscoli e buttare fuori le tensioni insieme all’aria.

Questo è un modo molto semplice ed efficace di migliorare la forza e l’elasticità della zona delle anche e del bacino.
Indipendentemente dal problema, è molto probabile il beneficio scaturito da una pratica costante di questo esercizi, a patto che sia portato avanti per almeno 30-40 giorni.

Anche se non hai particolari problemi, noterai il miglioramento nel movimento e nell’approccio alla vita quotidiana.

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