Gli over 80 in Lombardia erano 55.000 nel 1951 e sono ora oltre 550.000. Nel 2034 saranno 1 milione. Molti ultraottantenni vivono soli (44% circa).
L’invecchiamento genera nuove esigenze, Insieme Salute impegnata a trovare risposte innovative.
Sabato 10 maggio, al grattacielo Pirelli, luogo simbolo di Milano, si è tenuta l’annuale Assemblea dei soci e la celebrazione del ventennale della società di mutuo soccorso Insieme Salute. Occasione per festeggiare i successi di un’organizzazione che partendo da zero, in venti anni, ha oggi superato i 12.000 soci, garantendo sussidi e rimborsi di spesa per ogni tipo di prestazione sanitaria (fornita dal pubblico e dal privato) oltre ad altre assistenze e facilitazioni.
Insieme Salute non vuole limitarsi a celebrare il passato, ma cerca di scrutare il futuro per capire dove sta andando la nostra società caratterizzata da un welfare con sempre meno risorse e sempre maggiori esigenze. In questo quadro progettare i servizi che una mutua sanitaria come Insieme Salute può offrire ai cittadini.
Per questo scopo, accanto alla tradizionale Assemblea, vi è stata una relazione scientifica del prof. Alessandro Rosina docente di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano e una tavola rotonda con la partecipazione di amministratori pubblici e dirigenti mutualistici sul tema “Welfare territoriale e sussidiarietà. Il contributo delle società di mutuo soccorso”.
Afferma il prof. Rosina “L’Italia, com’è noto, è uno dei paesi più longevi al mondo. Se molti indicatori economici e sociali ci vedono in posizione svantaggiata, quello di raggiungere e garantire livelli di salute tra i migliori in Europa e nel Mondo è senz’altro un risultato di cui invece andar fieri. Un risultato che però non è scontato. Il processo di continuo miglioramento può anche interrompersi e si può peggiorare se non si continua a tener alta la qualità dei servizi sanitari, la loro accessibilità da parte dei cittadini e la promozione della cultura della salute”.
Il progressivo invecchiamento della popolazione, caratterizzato anche dall’allungamento del periodo di sopravvivenza in uno stato di non autosufficienza, determinano nuovi e più diffusi bisogni, proprio mentre si affievolisce la tradizionale rete di protezione familiare e le risorse pubbliche appaiono sempre più insufficienti.
Le previsioni demografiche sono eloquenti: solo vent’anni fa la speranza di vita degli italiani non raggiungeva i 70 anni mentre oggi si avvicina agli 85. Nel 1994 la classe di età più consistente era quella tra i 30 e i 34 anni, oggi è quella tra i 45 e i 49 anni, nel 2034 sarà quella tra i 60 e 64 anni!
L’Italia è uno dei paesi con più bassa fecondità nel mondo (1,5 per ogni donna), anche se negli ultimi anni assistiamo ad un recupero, grazie soprattutto al contributo degli stranieri. Come conseguenza di alta longevità e persistente bassa fecondità l’Italia è uno dei paesi con struttura demografica più squilibrata (gli ultra sessantacinquenni che rappresentano oggi il 21% della popolazione raggiungeranno il 33% nel 2050, mentre nel resto d’Europa sono attualmente il 17% per salire al 27,5% nel 2050).
L’invecchiamento della popolazione mette inoltre in crisi il welfare tradizionale basato sull’assistenza informale delle reti familiari, che rischia di entrare in tensione per l’aumento della domanda di aiuto e assistenza (legata soprattutto alla crescita degli over 80, quando le condizioni di non autosufficienza diventano prevalenti) e la riduzione di chi in famiglia fornisce tipicamente tale aiuto (donne tra i 45 e i 64 anni).
L’Indice di carico (over 80 su donne 45-64) è destinato a salire dal 42% di oggi, a 66% nel 2024 nella sola Lombardia, anche tenendo conto dell’impatto dell’immigrazione. Questo come conseguenza del fatto che nei prossimi 20 anni la popolazione subirà una forte accelerazione all’invecchiamento.
Longevità, difesa della salute e qualità della vita devono procedere assieme se non si vuole rischiare che l’invecchiamento della popolazione produca uno scadimento complessivo delle condizioni di benessere della popolazione.
Le mutue sanitarie come Insieme Salute, organizzazioni senza scopo di lucro, aperte a tutti i cittadini, fondate sulla partecipazione, possono in questo quadro costituire un valido supporto alle esigenze che si stanno delineando in un rapporto di sussidiarietà con la sanità e l’assistenza pubblica.
Fra i tanti interventi quello del presidente di Lega Coop Lombardia Luca Bernareggi che ha parlato della necessità di un nuovo welfare non speculativo e del ruolo di supplenza svolto da molte cooperative sociali.
L’assessore del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino ha sottolineato con forza la necessità di organizzare un sistema che parta delle esigenze del cittadino che deve ricevere le assistenze, piuttosto che dagli erogatori, proponendo “l’alleanza” di tutti i soggetti interessati all’assistenza.
La vice presidente del Consiglio della Regione Lombardia Sara Valmaggi dal canto suo ha notato come la sussidiarietà non può essere pretesto per deresponsabilizzare l’ente pubblico.
Il direttore di Insieme Salute Valerio Ceffa ha ricordato che una delle caratteristiche che contraddistingue le Società di Mutuo Soccorso è quella di non abbandonare mai i propri associati assistendoli nel momento del bisogno e senza limiti di età. Ciò rende le organizzazioni come Insieme Salute le più adatte ad affrontare le problematiche che nel prossimo futuro condizioneranno la nostra società.